Buonasera San Carlo!
Oggi usciamo un po’ dal solito binario, dal commento del Simbolo degli Apostoli, anche per venire incontro a tante sollecitazioni, a qualche stimolo che in questi giorni ho ricevuto per tante vie. Già lo anticipavo nei saluti di ieri. Quindi vorrei così, con molta modestia, con molta tranquillità dedicarmi a un piccolo galateo famigliare per vivere questi giorni di convivenza anche un po’ forzata.
All’inizio certo, faceva anche un po’ strano vedersi tutti in famiglia così, sembrava e sembra di essere nel giorno di Natale o il giorno di Pasqua quando tutta la famiglia è riunita, ma certamente il tempo pone delle difficoltà, pone dei problemi. Soprattutto penso a quelle situazioni famigliari dove ci sono degli ammalati o delle situazioni di conflitto, di scontro, di cattivi rapporti.
Io semplicemente voglio dare un piccolo contributo, senza pretese, un po’ raccolgo queste parole e da quello che penso, da quello che sento, da quello che ritengo bello consegnarvi. Sette piccoli suggerimenti.
Il primo è questo
QUESTA CASA NON E’ UN ALBERGO! Quante volte il genitore l’avrà detto nei confronti di un figlio, adolescente o giovane. Questa casa non è un albergo, dove tuti compartecipano nella sua conduzione. Allora, forse, la prima regola bella, il primo gesto di galateo è la gentilezza che possiamo usare nei nostri confronti è non farci servire, ma servire per primi.
Seconda regoletta, secondo gesto di gentilezza del galateo: LA MIGLIOR MEDICINA È UNA BELLA RISATA. Laddove magari ci arrabbiamo, non ne possiamo più, i comportamenti degli altri che sono sempre quelli, che lasciano quell’angolino in disordine o che non mettono in ordine le cose che bevono… O arrabbiarsi, o perché no? facciamoci una risata anche addosso a noi l’auto ironia è veramente una medicina potente!
Terza cosa, questa: DISINNESCARE LA BOMBA! La rabbia, l’incollerirsi, il prendersela, credo che faccia parte un po’ della nostra umanità, però sappiamo anche qual è il punto di rottura. Ecco, guardiamolo da lontano, disinneschiamo prima che la bomba scoppi, prima che abbiamo ad arrabbiarci inutilmente. Una boccata d’aria oppure un pensiero a chi veramente i pensieri seri li ha, magari steso in un letto d’ospedale, magari a combattere accanto a chi sta male, curando e accudendo.
Quarto: PREGO, PRIMA LEI! Così è un’espressione, magari di galanteria ma che dice: il mio “io” viene dopo il tuo. I miei egoismi fanno un passo indietro rispetto a te, che vivi con me. E se tutti ci trattiamo così, credo che allora faremo a gara, una gara bella, una gara di stima e di dedizione gli uni per gli altri.
Quinto: IL POTERE SEGRETO DEL GIOCO: magari non si hanno più bambini in casa; magari si è in due vecchiettini, anziani e si è lì un po’ a tirare sera, ma anche giocare, anche a carte, oppure se si hanno ragazzi, in famiglia, anche giovani, senza vergogna, il gioco stempera, scioglie i ruoli, ci dà quella sana parità che rimette tutti quanti in circolo e resetta anche magari i sentimenti più cattivi o i pensieri che in qualche modo arrivano e non se ne vanno.
Sesto: CINQUE MINUTI DI FOLLIA diamoceli, cinque minuti al giorno in cui, non so, facciamo qualcosa di strano, in cui ci sfoghiamo, in cui sappiamo che quelli sono i nostri cinque minuti. Ecco, chi canta, chi suona, chi urla, chi dà di matto; ma con l’orologio in mano, mettiamo il cronometro, non di più, non esageriamo. Quando son finiti quei cinque minuti, basta. Ritorniamo noi, il temporale è passato, i tuoni li abbiamo lanciati, gli strali sono caduti sulla terra. Basta, ritorniamo sereni.
E la settima gentilezza che sarebbe bello mettere in atto è il DARSI IL BUONGIORNO OGNI MATTINO, un bel sorriso e il BACIO DELLA BUONA NOTTE prima di addormentarsi.
Questi Buonasera che vi consegno ogni sera fate un po’ conto che sia il bacio della buona notte che auguro a ciascuno di voi.
Sempre uniti e avanti!
Vostro don Emanuele.