A due anni dall’incontro di
Bari, raccogliendo l’ispirazione
e il coraggio di Giorgio La Pira
nell’operare per la pace e l’unità
dei popoli, Firenze ha ospitato
dal 23 al 27 febbraio i Vescovi
del Mediterraneo.
Il Sindaco di Firenze Dario Nardella ha voluto
quindi invitare anche tutti i Sindaci, perché ispirandosi
anch’essi alle iniziative del Sindaco La Pira,
lavorassero per la pace, la giustizia e la convivenza
fraterna nelle loro città.
Vescovi e Sindaci insieme hanno constatato i benefici
che provengono dall’intensificare questa collaborazione
nelle proprie città al fine di preservare
la giustizia, rafforzare la fraternità e il rispetto di
tutti i cittadini e le comunità culturali e religiose ivi
presenti.
Da questo proficuo e cordiale incontro, mai prima
realizzato, essi hanno convenuto insieme su alcuni
valori ai quali ispirarsi per il futuro cammino, diminuire
discriminazioni e violenze e aprire orizzonti
di speranza delle giovani generazioni. In questi
giorni azioni di guerra si sono verificate contro
l’Ucraina. Sentimenti di dolore hanno colto Vescovi
e Sindaci, i quali congiuntamente auspicano che
la violenza e le armi siano arrestate e siano evitate
grandi sofferenze al popolo ucraino e si passi ad un
negoziato che ricostruisca la pace.
Assieme hanno redatto La Carta di Firenze che
esprime bene gli intenti perché possano diventare
realtà efficaci. Ecco qualche punto nodale:
- appurare che il Mediterraneo è stato storicamente il crocevia delle culture europee e dell’Asia occidentale, dell’emisfero settentrionale e meridionale e può ricoprire un ruolo cruciale per la pace e lo sviluppo delle nazioni e che non può e non vuole essere luogo di conflitto tra forze esterne;
- l’aspirazione condivisa di porre la persona umana al centro dell’agenda internazionale perseguendo la pace, proteggendo il pianeta,garantendo prosperità, promuovendo il rispetto e la dignità dei diritti fondamentali di ogni individuo, anche attraverso la promozione di obiettivi di sviluppo sostenibile come l’accordo di Parigi sul clima;
- prendere consapevolezza delle numerose sfide che l’area mediterranea deve affrontare, come il cambiamento climatico, i flussi migratori, i conflitti e la povertà;
- valorizzare e promuovere il ruolo delle città e il dialogo tra le sue comunità civiche e religiose come un contributo essenziale a queste sfide;
- la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l’umanità. Tutti i valori naturali, ambientali, culturali, linguistici e religiosi del Mediterraneo, materiali e immateriali, sono visti come fonti di dialogo e unità tra i nostri popoli e dovrebbero essere protetti e trasmessi alle generazioni presenti e future; l’importanza di un impegno educativo che parta dai bisogni primari, comuni a tutti gli esseri umani, e che possa guidare i giovani nel cammino che conduce al desiderio del bene, dell’amore, della giustizia e della libertà;
- la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle A due anni dall’incontro di Bari, raccogliendo l’ispirazione e il coraggio di Giorgio La Pira nell’operare per la pace e l’unità dei popoli, Firenze ha ospitato dal 23 al 27 febbraio i Vescovi del Mediterraneo.
Da questo proficuo e cordiale incontro, mai prima realizzato, essi hanno convenuto insieme su alcuni valori ai quali ispirarsi per il futuro cammino, diminuire discriminazioni e violenze e aprire orizzonti di speranza delle giovani generazioni. In questi giorni azioni di guerra si sono verificate contro l’Ucraina. Sentimenti di dolore hanno colto Vescovi e Sindaci, i quali congiuntamente auspicano che la violenza e le armi siano arrestate e siano evitate grandi sofferenze al popolo ucraino e si passi ad un negoziato che ricostruisca la pace.
Assieme hanno redatto La Carta di Firenze che esprime bene gli intenti perché possano diventare realtà efficaci. Ecco qualche punto nodale:
- appurare che il Mediterraneo è stato storicamente il crocevia delle culture europee e dell’Asia occidentale, dell’emisfero settentrionale e meridionale e può ricoprire un ruolo cruciale per la pace e lo sviluppo delle nazioni e che non può e non vuole essere luogo di conflitto tra forze esterne;
- l’aspirazione condivisa di porre la persona umana al centro dell’agenda internazionale perseguendo la pace, proteggendo il pianeta, garantendo prosperità, promuovendo il rispetto e la dignità dei diritti fondamentali di ogni individuo, anche attraverso la promozione di obiettivi di sviluppo sostenibile come l’accordo di Parigi sul clima;
- prendere consapevolezza delle numerose sfide che l’area mediterranea deve affrontare, come il cambiamento climatico, i flussi migratori, i conflitti e la povertà;
- valorizzare e promuovere il ruolo delle città e il dialogo tra le sue comunità civiche e religiose come un contributo essenziale a queste sfide;
- la diversità del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea come patrimonio condiviso per tutta l’umanità. Tutti i valori naturali, ambientali, culturali, linguistici e religiosi del Mediterraneo, materiali e immateriali, sono visti come fonti di dialogo e unità tra i nostri popoli e dovrebbero essere protetti e trasmessi alle generazioni presenti e future;
- l’importanza di un impegno educativo che parta dai bisogni primari, comuni a tutti gli esseri umani, e che possa guidare i giovani nel cammino che conduce al desiderio del bene, dell’amore, della giustizia e della libertà;
- la necessità di sviluppare maggiori opportunità di dialogo e di incontro costruttivo tra le diverse tradizioni culturali e religiose presenti nelle nostre comunità, al fine di rafforzare i legami di fraternità che esistono nella nostra regione;
- l’importanza di creare programmi universitari comuni, al fine di introdurre i giovani di tutta la regione mediterranea ad una migliore conoscenza rispettosa delle tradizioni e delle particolarità culturali di ogni Paese;
- il ruolo chiave della diplomazia a livello urbano nella promozione di uno sviluppo umano integrale e sostenibile basato sul rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni essere umano;
- l’importanza fondamentale del riconoscimento di un diritto universale alla salute e alla protezione sociale nell’area del Mediterraneo, in particolare a seguito della pandemia da COVID 19, e il ruolo centrale che la cooperazione a livello di città potrebbe svolgere nella lotta alla malattia;
- la necessità di implementare, quanto prima, soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici al fine di preservare la qualità della vita per le generazioni a venire;
- l’opportunità di promuovere una vera trasformazione della società finalizzata all’instaurazione di una cultura della sostenibilità sociale, anche attraverso nuove forme di cooperazione tra decisori politici, scienziati, leader spirituali e culturali e leader del commercio;
- l’importanza di promuovere opportunità di lavoro di qualità per le categorie svantaggiate, giovani e donne, e di favorire lo sviluppo economico e sociale dei paesi di origine dei migranti, anche attraverso programmi di cooperazione, volti in particolare alla tutela dell’infanzia;
- le politiche migratorie nel Mediterraneo e alle frontiere devono sempre rispettare i diritti umani fondamentali.
- la forte connessione esistente tra flussi migratori e cambiamento climatico, che colpisce in maniera accentuata il Mar Mediterraneo: fenomeni come la desertificazione, la deforestazione, il degrado del suolo stanno potenzialmente esponendo miliardi di persone a spostamenti di massa e migrazioni;
- l’importanza del rafforzamento delle relazioni interculturali e interreligiose, al fine di raggiungere un livello più elevato di comprensione reciproca tra individui di diversa origine, lingua, cultura e credo religioso;
- Governi di tutti i paesi mediterranei stabiliscano una consultazione regolare con i Sindaci, i competenti rappresentanti delle comunità religiose, degli enti locali, delle istituzioni culturali delle università e della società civile sulle questioni discusse in questa Conferenza (le città rivendicano il loro diritto a partecipare alle decisioni che influiscono sul loro futuro);
- Governi, Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose promuovano programmi educativi a tutti i livelli: un cammino che integri gli approcci antropologici, comunicativi, culturali, economici, politici, generazionali, interreligiosi, pedagogici e sociali per realizzare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente;
- Governi, Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose promuovano iniziative condivise per il rafforzamento della fraternità e della libertà religiosa nelle città, per la difesa della dignità umana dei migranti e per il progresso della pace in tutti i paesi del Mediterraneo;
- Sindaci e Rappresentanti delle comunità religiose dialoghino, che i primi esplorino ciò che idealmente tiene insieme oggi una società civile mentre i secondi come poter interagire tra loro e con i rappresentanti dei governi municipali e dei leader civici al fine di comprendere le cause e le ragioni della violenza e, quindi, lavorare insieme per eliminarla;
- Governi adottino regole certe e condivise per proteggere l’ecosistema mediterraneo al fine di promuovere una cultura circolare del Mediterraneo in armonia con la natura e con la nostra storia.